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Esami ecografici ed invasivi per il controllo della gravidanza normale e ad alto rischio da parte di esperti di livello internazionale.

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  • Quando si effettua?
  • L’ecografia 3d non va effettuata come screening, cioè a tutte le donne gravide. Il suo utilizzo clinico è riservato ad alcune specifiche condizioni, ed in particolare, quando si sia rilevata all’esame del 2° trimestre una malformazione fetale che necessita di approfondimento.

    Solo in alcune malformazioni, è stato dimostrato che l’ecografia 3D migliora la diagnosi. Per il resto, alcune donne la richiedono come aggiunta all’ecografia classica in 2D (bidimensionale), per vedere il volto del feto in 3D, ma tale utilizzo NON riveste alcun ruolo diagnostico;

  • Come viene eseguita?
  • L’esame viene condotto come una normale ecografia, solo con una sonda ecografica (la parte che viene appoggiata sull’addome della paziente) che ha la capacità tecnica di acquisire un blocco di immagini che vengono poi ricostruite sullo schermo con un aspetto tridimensionale;

  • Da chi viene eseguita?
  • Per definizione, nell’utilizzo clinico vi deve essere già stata una diagnosi di malformazione; e quindi, di conseguenza, chi utilizza la metodica 3D è un esperto in Medicina Fetale e lavora in un centro di riferimento.

    Al contrario, per l’utilizzo “ludico”, cioè per vedere il volto del feto (si sottolinea che tale approccio NON ha nessuna valenza clinica o diagnostica), è sufficiente qualsiasi operatore ecografico che abbia un minimo di cognizioni in ecografia tridimensionale.

  • Come appare sullo schermo un’ecografia 3D?
  • Diverse sono le modalità in cui si può mostrare l’ecografia tridimensionale. Quello più familiare alle donne, anche per una diffusione pubbilicitaria talvolta eccessiva, è quella evidenziata nelle seguenti immagini: fig.1B; fig.3A; fig.3B; fig.4; fig.7; fig.12

     

    Fig. 1B


    Fig. 3A
    Embrione di 10mm. All'ecografia vaginale, si misura convenzionalmente solo la lunghezza del polo embrionale.

    Fig. 3B
    Embrione 10 mm: al 3D si iniziano a vedere gli arti e le parti del corpo.

    Fig. 4

    Embrione di 10 settimane all'eco 3D vaginale. Tutte le parti del corpo sono ben evidenziate. Per via addominale, è minore il dettaglio anatomico.

    Fig. 7

    Gravidanza bigemina a 13 settimane, con sproporzione di dimendsione tra i due feti. Al centro, la membrana di separazione.

    Fig. 12

    In questa immagine, i volti di due gemelli all'ecografia 3D eseguita a 28 settimane. L'esame tridimensionale, se eseguito a quest'epoca, quando possibile, permette di evidenziare le caratteristiche del volto fetale, dal momento che la componente di grasso inizia ad essere adeguata. Eseguita al momento dell'esame del secondo trimestre, l'ecografia 3D è meno piacevole perchè il grasso non si è ancora accumulato in misura adeguata, e di conseguenza il volto fetale appare "affilato".