Esami ecografici ed invasivi per il controllo della gravidanza normale e ad alto rischio da parte di esperti di livello internazionale.
TUTTI GLI ESAMI
- Traslucenza Nucale / Bi-test
- Ecografia I Trimestre
- Ecografia II Trimestre
- Ecografia III Trimestre
- Ecografia Tridimensionale
- Eco Morfologica/Strutturale
- Ecocardiografia Fetale
- Neurosonografia fetale
- Diagnostica prenatale invasiva
- Villocentesi
- Amniocentesi
- Doppler Flussimetria delle arterie uterine
- Doppler Flussimetria dell'arteria ombelicale
Contatti
GENOVA
Casa della Salute, Genova CentroL.go XII Ottobre, 62 - 16121 - Genova
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NAPOLI
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(ore pomeridiane)
Diagnostica prenatale invasiva
Diagnostica Prenatale Invasiva.DEFINIZIONE. Le indagini di diagnosi prenatale invasiva hanno lo scopo di ottenere cellule di pertinenza fetale per vari tipi di analisi genetiche. I tessuti utilizzati dipendono dal tipo di diagnosi necessaria e dall’epoca di gravidanza (ovviamente, più precoce è meglio è).
FINALITA’. Tessuti fetali vengono richiesti fondamentalmente per due tipologie di indagini: cromosomiche e geniche. La “mappa cromosomica” è l’indagine più frequentemente richiesta ed è quella che viene utilizzata per diagnosticare o escludere la presenza di anomalie dei cromosomi, quali la sindrome di Down (trisomia 21), la sindrome di Turner (monosomia X) o altre anomalie di numero dei cromosomi. Questo tipo di analisi – la mappa cromosomica – non permette però di evidenziare eventuali malattie legate a singoli geni (come ad esempio talassemia, fibrosi cistica, distrofia muscolare). L’altra finalità dell’esame è quella di diagnosticare, appunto, tali malattie. In questo caso si va solo a verificare la presenza del gene normale o alterato per confermare o escludere la presenza della malattia genetica nel feto. Di solito questa seconda indagine viene riservata a casi particolari, nei quali uno o più dei familiari materni o paterni (o figli precedenti) sono risultati affetti dalla malattia in esame.
Un’altra indicazione, molto più rara, alla diagnosi invasiva, è il sospetto di infezione fetale, prevalentemente da rosolia o citomegalovirus (CMV). In questi casi il materiale biologico ottenuto viene utilizzato per ricercare il virus o il DNA del virus stesso.
TECNICHE. Come già detto, la tecnica utilizzata è funzione diretta del periodo di gravidanza e della tipologia di esame necessaria. Di seguito, riportiamo le caratteristiche delle tre tecniche principali. Tutte vengono eseguite mediante inserzione di un sottile ago nella regione addominale (tra il pube e la regione ombelicale) che viene guidato ecograficamente sino a raggiungere il tessuto obiettivo del prelievo (placenta per la villocentesi, liquido amniotico per l’amniocentesi, sangue nel cordone ombelicale per la cordocentesi).
VILLOCENTESI
(sinonimi: biopsia villi coriali, CVS).
Il materiale viene poi preparato al microscopio e processato in modo diverso, a seconda delle necessità. Per avere un “cariotipo” o “mappa cromosomica”, atto a escludere la sindrome di Down, vengono messe in coltura le cellule i cui cromosomi vengono poi preparati ed analizzati. Tale procedura richiede in totale circa 12-20 gg, per l’esame completo. Al contrario, se l’obiettivo dell’esame è la ricerca di malattie geniche (talassemia, fibrosi cistica etc), allora viene analizzato il singolo gene, mediante metodologie di biologia molecolare. Tale procedura può essere molto più rapida (alcuni giorni) ma in alcuni casi in cui è necessario effettuare diverse ricerche può richiedere anch’essa più tempo;
Può essere necessario ripeterla? Molto raramente, può accadere che il materiale ottenuto (villi coriali) sia scarso, o che le cellule non crescano in coltura, talvolta per infezione della coltura stessa. In questi rari casi, si rende necessario ripetere il prelievo, per l’impossibilità di avere materiale adeguato alle analisi genetiche.
Una villocentesi normale mi rassicura che il mio bimbo sia perfettamente sano? Assolutamente no. Permette di rassicurare che il suo bimbo non avrà anomalie del numero dei cromosomi, come la sindrome di Down, o la malattia eventuale per la quale è stata eseguita l’indagine molecolare (ad esempio talassemia o fibrosi cistica). Ma una mappa cromosomica normale NON significa assolutamente che quel feto non possa avere malformazioni fisiche anche gravi. Di qui l’importanza di eseguire ecografie accurate che sono, appunto, dedicate a questo.
- Esibire gli esami effettuati in gravidanza relativamente al gruppo sanguigno (se RH negativo anche il test di coombs indiretto)
- esami er epatite B, C e HIV (se già effettuati)
Non è necessario essere a digiuno.
E’ consigliabile avere una vescica moderatamente piena; pertanto, può essere utile bere circa 500cc di liquidi 1 ora prima della procedura e ricordarsi di non svuotare la vescica all’arrivo in Studio, ma chiedere eventualmente alla Segretaria in caso di urgenza.
E Solo in caso di gruppo sanguigno Rh negativo, con marito/partner che ha gruppo sanguigno Rh positivo, è necessario:
- Eseguire un test di Coombs indiretto prima di eseguire la procedura (portandolo con sé);
- E’ consigliabile acquistare (con ricetta medica) in Farmacia già prima della procedura una fiala di Immunoglobuline anti-D e tenerla in frigorifero (in alcuni periodi, ve ne è scarsità nelle farmacie). Sono prodotte da varie aziende farmaceutiche; le più diffuse sono:
- Partobulin fl 1250 UI
- Igamad fl 1500 UI
- ImmunoRho fl 300mg
- In generale, non vi è necessità di riposo (a letto) o terapia alcuna. Tutti gli studi scientifici internazionali tranne uno non dimostrano alcun beneficio ad effettuare terapia antibiotica dopo villocentesi o amniocentesi e nessuna linea guida nazionale (SIEOG) ed internazionale (RCOG, ISUOG, AIUM) indica la necessità di effettuare alcuna terapia.
- Un moderato riposo (astenersi da attività fisiche significative) è consigliabile nelle 12/24h dopo la procedura;
- Solo casi selezionati, per miomatosi, contrattilità uterina accentuata o altre condizioni particolari, potrà essere prescritta una terapia di supporto a base di progestinici o antibiotici.
E Solo in caso di gruppo sanguigno Rh negativo, è poi necessario procedere a somministrazione intramuscolo della fiala di immunoglobuline precedentemente acquistata, da effettuare RIGOROSAMENTE entro 72 ore dalla procedura invasiva.
AMNIOCENTESI
- Esibire gli esami effettuati in gravidanza relativamente al gruppo sanguigno (se RH negativo anche il test di coombs indiretto)
- esami er epatite B, C e HIV (se già effettuati)
Non è necessario essere a digiuno.
E’ consigliabile avere una vescica moderatamente piena; pertanto, può essere utile bere circa 500cc di liquidi 1 ora prima della procedura e ricordarsi di non svuotare la vescica all’arrivo in Studio, ma chiedere eventualmente alla Segretaria in caso di urgenza.
E Solo in caso di gruppo sanguigno Rh negativo, con marito/partner che ha gruppo sanguigno Rh positivo, è necessario:
- Eseguire un test di Coombs indiretto prima di eseguire la procedura (portandolo con sé);
- E’ consigliabile acquistare (con ricetta medica) in Farmacia già prima della procedura una fiala di Immunoglobuline anti-D e tenerla in frigorifero (in alcuni periodi, ve ne è scarsità nelle farmacie). Sono prodotte da varie aziende farmaceutiche; le più diffuse sono:
- Partobulin fl 1250 UI
- Igamad fl 1500 UI
- ImmunoRho fl 300mg
- In generale, non vi è necessità di riposo (a letto) o terapia alcuna. Tutti gli studi scientifici internazionali tranne uno non dimostrano alcun beneficio ad effettuare terapia antibiotica dopo villocentesi o amniocentesi e nessuna linea guida nazionale (SIEOG) ed internazionale (RCOG, ISUOG, AIUM) indica la necessità di effettuare alcuna terapia.
- Un moderato riposo (astenersi da attività fisiche significative) è consigliabile nelle 12/24h dopo la procedura;
- Solo casi selezionati, per miomatosi, contrattilità uterina accentuata o altre condizioni particolari, potrà essere prescritta una terapia di supporto a base di progestinici o antibiotici.
E Solo in caso di gruppo sanguigno Rh negativo, è poi necessario procedere a somministrazione intramuscolo della fiala di immunoglobuline precedentemente acquistata, da effettuare RIGOROSAMENTE entro 72 ore dalla procedura invasiva.
CORDOCENTESI